Dire, fare e pensare, quale scelta?
Ricordo personale, al congresso mondiale delle Comunità terapeutiche tenutosi nell’anno 1992 a Venezia, dove facevo parte del gruppo tecnico organizzativo dell’evento e tra i tanti partecipanti ebbi l’onore e il piacere di conoscere Raimon Panikkar.
Raimon Panikkar non era un pensatore convenzionale: egli, al contrario, infrangeva molti schemi, convenzioni e pregiudizi. La sua formazione intellettuale – fra Occidente e Oriente – gli consentiva di riflettere nella sua lunga opera un dialogo filosofico costante tra tradizioni, ideologie e credenze diverse.
“Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindù e ritorno buddhista, senza aver smesso di essere cristiano”, ha detto di sé.
Certamente non era un pensatore comodo perché non era sempre prevedibile, non era mai convenzionale, apriva sempre nuove prospettive, nuovi dubbi, speranze e attese nuove. Questo ne faceva un pensatore di verità, un maestro di pensiero e una persona saggia.
Di cui trovo un collegamento molto interessante nella sintesi del nuovo libro di Mauro Scardovelli intitolato “La rivoluzione della coscienza”, dove nella premessa emerge una semplice e fluida concezione della psiche umana.
Cerchiamo insieme di fare una riflessione che ci aiuti ad affrontare un periodo storico certamente non facile, per cui occorre equilibrio, maturità e pazienza.
Proviamoci: nel nostro interno personale, ci sono costantemente due forze all’opera che sono, le forze evolutive e quelle involutive.
Riprendendo Panikkar, amore e potere.
L’amore promuove il bene e l’evoluzione. (Prime)
Il potere genera il male e l’involuzione. (Seconde)
Potremmo dire come scrive Mauro Scardovelli: le prime corrispondono tradizionalmente alle forze angeliche e spirituali, mentre le seconde a quelle demoniache.
Tematiche non facili da digerire.
Proviamo a pensare a tutta la realtà materiale costruita dall’uomo, come ad esempio le case, le strade, le industrie, ahimè le guerre, l’economia, il diritto frutto della psiche umana, dove i pensieri e le emozioni, chiaramente precedono e indirizzano le azioni concrete.
Si, ma come possiamo padroneggiare le proprie emozioni, per far si che ogni giornata sia proficua e feconda?
Senz’altro dobbiamo imparare questo antico segreto: “debole è colui che permette ai suoi pensieri di controllare le sue azioni; forte è colui che costringe le sue azioni a controllare i suoi pensieri”.
Che fare, senz’altro osserviamo delle forze involutive, regressive, che si trovano senz’altro nella nostra psiche umana e oggi come non mai, dominano il nostro pianeta, basta guardarci attorno e una delle loro principali caratteristiche è quella di nascondersi, per non essere viste nella loro vera natura.
E guarda caso in questa epoca si ha la tendenza a spiegare tutti i fenomeni negando per principio l’esistenza di suddette forze sopra descritte.
Occorre contrapporre una visione più attenta e ampia, bisogna guardare alla realtà del mondo come un intero e non come l’attuale visione dominante che porta a ridurre, segmentare e materializzare, aiutiamoci con un esempio, guardare alla foresta, prima di osservare i singoli alberi”, mentre con il riduzionismo ci si concentra sugli alberi singoli, trascurando l’elemento principale che essi fanno parte della foresta, cioè di una realtà più grande e più complessa.
Come sempre la saggezza popolare ci ricorda: “fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce”.
Come sempre la saggezza popolare ci ricorda: “fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce”.
E’ vero però che nella scienza contemporanea sono presenti entrambi i paradigmi, che, se non estremizzati, possono integrarsi a vicenda.
Ricordiamoci che la vera scienza, va alla ricerca della verità e del bene, facciamo molta attenzione quando tutto ciò invece, va, alla ricerca esclusiva del profitto e del male.
Di conseguenza tutti, ripeto tutti, desiderano l’amore, cioè vogliono amare e essere amati, come tutte le persone preferiscono la felicità.
Sapete qual’è il problema che nessuno sa come fare per ottenerla.
L’amore è un’arte sempre più dimenticata.
E’ stata sostituita dalla competizione neoliberista.
Competizione di tutti contro tutti.
Pensiamoci, dentro di noi l’anima, scintilla divina dentro di noi, vuole l’amore.
Ricordiamoci: “Amatevi l’un l’altro come io vi ho amato”.
Ma noi non sappiamo come fare.
Facciamoci aiutare come cittadini della Repubblica Italiana, dalla nostra Carta fondamentale che è la Costituzione della Repubblica Italiana, dove all’art.3, secondo comma, si evidenzia quanto segue: quando si parla del pieno sviluppo della persona umana.
Infatti, pieno sviluppo della persona umana significa pieno sviluppo della capacità di amare.
Sulla base dell’amore cristico che si manifesta nel perdono dei torti e dei peccati, per questo di definisce e si parla di amore misericordioso: dove la divinità dona gratuitamente il perdono dei peccati all’uomo che vuole pentirsi dei propri errori e con Lui si riconcilia; l’uomo a sua volta, perdona di cuore i propri fratelli, cioè gli altri uomini, ogni volta che subisce un torto, qualunque sia la sua gravità o la sua frequenza, facendo ricorso alla preghiera.
E’ appunto l’amore cristico, universale, rivolto al prossimo, al genere umano intero, e all’insieme di tutti i viventi.
Tutto ciò è la punta o il traguardo del massimo sviluppo che un essere umano può raggiungere, cioè il pieno sviluppo dell’Anima spirituale, che costituisce la nostra vera e concreta essenza.
Inoltriamoci ulteriormente in profondità e sempre secondo la nostra Carta fondamentale questa è la premessa per sviluppare la democrazia costituzionale, la più avanzata al mondo.
Eccoci di nuovo, ripartendo dal presupposto dell’art.3, comma 2 della Costituzione, abbiamo che cosa? Abbiamo che l’essere umano ha un’Anima, una scintilla divina all’interno della propria psiche, che lo spinge a evolversi verso stati di coscienza sempre più elevati.
Emerge una trasformazione dall’articolo 3 della Costituzione che presuppone in realtà due concetti tra loro strettamente collegati:
-
ognuno di noi ha un Anima personale che può evolvere;
-
tutti noi, insieme, come Popolo, abbiamo un’Anima collettiva, che vuole evolvere.
L’evoluzione della coscienza è l’elemento che accomuna l’io individualista e l’io collettivo del Popolo.
L’evoluzione della coscienza, o della capacità di amare, si manifesta in un incremento di relazioni aggregative e armoniche, sinergiche e comunitarie.
Chiaramente tutto questo è evoluzione, mentre il suo opposto è la regressione, la disgregazione, la dissoluzione delle comunità.
Proviamo a pensare e a discuterne insieme, perché dobbiamo sempre scegliere da che parte stare.
Articolo di Paolo Capraro